E' possibile essere ritraumatizzati nel sogno lucido?

E' possibile essere ritraumatizzati nel sogno lucido?

Il trauma viene rivissuto ogni qual volta uno stimolo lo rievoca, che si pratichi o meno il sogno lucido. Detto questo, rendersi conto di stare sognando non costituisce un ulteriore fattore di rischio, anzi, gli studi mostrano che sapere di sognare o, in altre parole, essere testimoni dei propri sogni sapendo di non essere realmente in pericolo, mitiga già di per sé l'impatto dei sogni legati alle proprie esperienze traumatiche.

Inoltre si è visto che scegliere volontariamente di affrontare una situazione traumatica in un sogno lucido, quindi sapendo di essere al sicuro, può liberare dall'incubo o sogno ricorrente ad essa connesso, oltre a diminuire sensibilmente i sintomi di stress e ansia nella veglia.

Un altro aspetto interessante è che la noradrenalina (ormone dello stress), non è rilasciato durante la fase REM, quella in cui sogniamo. Questo sembra confermare la teoria secondo cui i sogni possano avere la funzione di “allenarci” a superare situazioni rischiose, al fine di garantire la sopravvivenza.

Si è comunque osservata l’esistenza di un meccanismo di difesa che interviene ad evitare che si verifichi ciò che non si è pronti ad affrontare nei sogni lucidi.

Prepararsi ad entrare in contatto coi ricordi traumatici in sicurezza, attraverso la pratica del sogno lucido dà accesso all’informazione che a suo tempo era rimasta bloccata, consentendo che l’integrazione possa avere luogo, con la conseguenza di riconsegnare l'esperienza traumatica al passato.

  • Maxwell Hunter svolge da anni una libera ricerca sul sogno lucido come strumento per la salute mentale. A partire da una diagnosi di Disturbo Dissociativo dell'Identità, non avendo trovato nel sistema sanitario britannico un valido aiuto, ha deciso di incontrare le personificazioni delle diverse parti dissociate della sua personalità con le tecniche di sogno lucido.
    Lo ha fatto in modo sistematico, incontrando più volte ciascuna delle parti e ponendole la stessa domanda, così da poter verificare se ci fosse coerenza nelle risposte.
    Di fatto, lavorando in questo modo è riuscito a comprendere il motivo per cui queste parti esistono e quale funzione svolgono, per poi portare avanti un rapporto di collaborazione con e tra di esse, incluse quelle che inizialmente lo terrorizzavano.
    Attraverso questo percorso è riuscito ad avere un'esperienza di vita decisamente più equilibrata.
    Oggi collabora col sistema sanitario nazionale, nell'accoglienza di persone con disturbi gravi.
     
La prima volta che Maxwell tentò di incontrare in sogno "Scott" - tra le sue parti dissociate, quella che gli sembrava più accessibile e con cui si sentiva a suo agio - lo vide di spalle mentre camminava su un marciapiede, ma non potè avvicinarsi perché li separava una parete di plexiglas. Nel momento in cui tentò di forzare la parete, un segnale con scritto "access denied" (accesso negato) cominciò a lampeggiare e questo gli fece capire di essere stato un po' ingenuo e che serviva tempo e lavoro per essere pronto ad affrontare la comprensione di ciò che causa una scissione nella personalità.
Andando avanti nel percorso fece nuovi tentativi, ma interveniva sempre qualcosa a proteggerlo, ad esempio una volta non riusciva a sentire le parole che Scott gli diceva, oppure altri personaggi del sogno gli impedivano di incontrarlo.
Quando infine ci riuscì, Scott gli spiegò di essere una versione idealizzata di sé, con le caratteristiche che avrebbe voluto avere, ad esempio un'ottima capacità nelle interazioni sociali e così via. Questo rappresentò per lui il primo successo, il primo elemento di comprensione della sua esperienza; la prima risposta al bisogno di senso.
Solo dopo decise di incontrare Darren, la parte che gli faceva più paura e, per la prima volta, in sogno riuscì a capire che non si trattava di una parte "forte", ma terrorizzata e che il suo intento era quello di proteggerlo da qualcuno e qualcosa di terribile che soltanto Darren ricordava e che evidentemente lui poteva non essere ancora pronto ad affrontare.
  • Una donna che voleva incontrare e integrare in sogno la manifestazione simbolica di un abuso sessuale subìto si trovò davanti una porta chiusa con la scritta "caution!" (cautela). Avendo già lavorato molto sul suo vissuto decise di aprirla e là incontrò l'aggressore nelle sue sembianze. Sapeva che per integrare i traumi si abbraccia l'oggetto che ci crea disturbo, non essendo altro che un aspetto della nostra psiche. Così lo abbracciò, sapendo che si trattava di una proiezione della sua mente, nonostante il malessere e il disgusto che provava nel sentire addirittura il suo odore. Presto il corpo dell'aggressore sparì dalle sue braccia e vide che per terra c'era un neonato, lo prese in braccio e in quel momento ebbe un insight: nessuno nasce aggressore, e nel vederlo nei panni di un bambino inerme e innocente cominciò a cullarlo ed essendo buddista, a cantargli il mantra della compassione "om mani padme hum". Fu allora che riuscì a riconnettersi con la parte di sé stessa legata al trauma ed integrarla.
In generale, ciò che si raccomanda nel caso di traumi importanti, specie vissuti nell'infanzia è di non programmare di incontrare il proprio trauma infantile, ma di chiamare il proprio bambino interiore, con l'intento di abbracciarlo e integrarlo. Ad esempio, Charlie Morley, dopo alcuni mesi dalla morte di sua madre ha deciso di incontrare il suo bambino interiore in un sogno lucido per abbracciarlo e rassicurarlo. Dopo averlo fatto, il nervosismo e le difficoltà a dormire che stava sperimentando in quel periodo si sono risolte.

Col giusto supporto, persone fragili possono trarre giovamento dal sogno lucido, senza che questo possa in qualche modo esporle al rischio di aggravare il loro quadro.
  • Uno dei partecipanti allo studio pilota su sogno lucido e PTSD, svolto in collaborazione tra l'istituto di ricerca IONS di S.Francisco e Charlie Morley, ha scelto di incontrare in sogno il proprio “leone interiore”. Dopo essere diventato lucido, il partecipante ha chiamato il suo leone interiore, che si è manifestato e lo ha accompagnato attraverso tutta la durata sogno. Al risveglio, la persona ha riportato di avere finalmente avuto la possibilità di sperimentare un gran senso di sicurezza e forza di aver assistito da quel momento alla trasformazione dell’esperienza del sognare e di dormire da qualcosa di spaventoso (com'è tipico del PTSD) a qualcosa di desiderabile.